La produzione del vino rosato è un’arte che si colloca tra quella del vino rosso e del vino bianco. Le tecniche utilizzate per produrre il vino rosato sono tanto affascinanti quanto i sapori che ne derivano.

Ma come si trasformano delle uve rosse in quel liquido rosa, fresco e brillante che abbiamo imparato ad amare? E come fa il vino rosato a differenziarsi dai suoi fratelli rosso e bianco?

Il vino rosato nasce da un procedimento che seppur simile a quello utilizzato per i vini rossi e bianchi, ha delle peculiarità che lo rendono unico.

Prima di tutto, il rosato è ottenuto principalmente da uve a bacca rossa, le stesse utilizzate per il vino rosso. La magia del rosato, però, inizia già dalla vinificazione, il processo che trasforma l’uva in vino.

Infatti la chiave per creare il vino rosato risiede principalmente nella macerazione, ossia il processo che permette al mosto di assumere una parte del colore dalle bucce dell’uva.

Bucce e Vinaccioli a contatto con il Mosto per rilasciare il colore

Come si produce il vino Rosato: la Macerazione Breve

In questo processo, le uve rosse sono leggermente pressate per estrarre il succo, che poi è lasciato a macerare con le bucce per un periodo di tempo che può variare da poche ore a un massimo di 36/48 ore.

Questa breve macerazione permette alle bucce di cedere un po’ del loro colore al mosto, dando vita al caratteristico colore rosa del vino rosato.

Una volta raggiunto il colore desiderato, si procede con la svinatura, per separare la parte liquida da quella solida.

Da qui si parte con la vinificazione in bianco: il mosto fermenta, ossia gli zuccheri naturali presenti nell’uva sono trasformati in alcool da lieviti, in contenitori di acciaio o cemento, per preservare la freschezza e la leggerezza del vino rosato.

Diversamente dai vini rossi, i vini rosati non beneficiano di un lungo periodo di invecchiamento, quindi vengono imbottigliati e messi in commercio relativamente presto.

La tecnica Saignée (sanguinamento)

La tecnica Saignée, o salasso, rappresenta un modo affascinante e tradizionale di produrre vino rosato.

Il processo inizia con le uve a bacca rossa che, una volta pigiate, sono messe a macerare per un breve periodo. Questa macerazione permette al succo, o mosto, di assorbire un po’ di colore dalle bucce delle uve, ma non troppo, per mantenere quella tonalità rosata desiderata.

Il passo successivo è veramente quello che distingue la tecnica Saignée: una parte del mosto è prelevata dalla vasca di macerazione. La quantità prelevata può variare, ma generalmente si aggira tra il 10% e il 30% del totale.

Questo mosto “sanguinato” viene poi separato e vinificato in bianco, cioè senza ulteriore contatto con le bucce dell’uva, in contenitori di acciaio o cemento.

In questo modo si preserva la freschezza e la vivacità del vino, caratteristiche amate nei vini rosati.

Segue la fermentazione, durante la quale gli zuccheri nel mosto sono convertiti in alcool, dando vita al vino rosato. Dopo una breve maturazione, il vino è pronto per essere imbottigliato e goduto.

La tecnica Saignée non solo crea deliziosi vini rosati, ma rappresenta anche una tradizione vinicola che celebra la varietà e la complessità dell’uva rossa attraverso un approccio unico alla vinificazione, poiché parte dello stesso raccolto produrrà vino rosato e parte vino rosso.

Miscelazione o Blending

Un altro aspetto interessante, per la produzione del vino rosato, è la pratica di lavorare insieme uve rosse e bianche durante la vinificazione, una procedura che unisce metodi di lavorazione che altrimenti sarebbero utilizzati separatamente e distintamente.

Questa pratica definita Blending consente di ottenere rosati unici che combinano le qualità delle uve rosse e bianche in un’unica deliziosa esperienza.

E’ invece proibita in tutta l’unione europea la pratica di miscelare un vino bianco con un po’ di vino rosso per creare il rosato…. quindi vorrei sfatare il falso mito che un vino rosato nasce dal mix tra vino bianco e vino rosso!

Ecco spiegato come si produce il vino rosato!

Ora che è più chiaro come si produce il vino rosato, possiamo parlare delle varie classificazioni.

  • Vin gris: sono vini rosati dal colore veramente molto tenue (non significa però vino grigio), perché prodotti con uve che hanno una capacità colorante molto bassa. Questo metodo è utilizzato soprattutto in alcune regioni della Francia, partendo dai vitigni Cinsaut o Gamay, vendemmiate precocemente.
  • Blush Wines: di provenienza americana sono prodotti utilizzando la tecnica della vinificazione in bianco su uve rosse, come l’uva Zinfandel. Questi “Blush wines hanno un gusto abboccato e spesso sono caratterizzati da una lieve effervescenza, anche se in California alcune cantine producono blush wines secchi e maturati in botte e che tipicamente sono noti con il nome di “vin gris“.
  • Vini di una Notte : La macerazione dura tra le 6 e le 12 ore, il che permette al vino di assumere un colore più profondo rispetto ai rosati prodotti con una macerazione più breve.
  • Vini di un Giorno : In questo caso, la macerazione si protrae per 24 ore, un intero giorno, permettendo al vino di assumere un colore ancora più intenso e vicino al rosso.

La Leggenda su come si produce il Vino Rosato

C’è una leggenda affascinante che circonda la nascita del vino rosato, che si dice abbia avuto luogo in un piccolo villaggio del veronese, grazie a un prete piuttosto furbo. Questo prete aveva un orto, dove coltivava vite per produrre il vino necessario per celebrare la messa, oltre a verdure per nutrirsi. Tuttavia, preferiva affidarsi alla generosità dei fedeli del villaggio, che erano abituati a donare abbondanti quantità di vino, frutta e verdura, piuttosto che occuparsi della sua vigna e del suo orto. Ma un giorno, stanchi della sua pigrizia, i compaesani decisero di donare quantità inferiori di vino e cibo.

Trovandosi in difficoltà per il vino da utilizzare durante la messa, il prete escogitò un piano astuto. Si intrufolò nella cantina del villaggio e, con grande destrezza, perforò una delle botti, raccogliendo il liquido che ne sgorgava in un recipiente. Le vinacce erano state a contatto con il mosto solo per poche ore, e il vino, non avendo ancora iniziato la fermentazione, presentava un delizioso colore rosato.

Nonostante l’inganno fosse stato scoperto, l’accaduto stimolò la creatività dei viticoltori del villaggio. Furono affascinati dalla tonalità rosata e dal carattere unico del vino, e iniziarono così a esplorare la produzione di vino rosato. Questa singolare esperienza, nata da un gesto audace e un po’ disonesto, segnò l’inizio di una nuova avventura nella vinificazione nel villaggio, contribuendo a formare una tradizione che sarebbe stata apprezzata per generazioni a venire. E così, la leggenda del vino rosato si è tramandata attraverso i secoli, celebrando l’ingegno umano e la magia inaspettata che a volte accompagna la creazione di qualcosa di nuovo e bello nel mondo del vino.

La bellezza del vino rosato risiede nella sua varietà e nella flessibilità delle tecniche di produzione.

Ogni metodo porta con sé un’unicità che si riflette nel colore, nel profilo di gusto, e nell’esperienza che offre a chi lo degusta.

Quindi, la prossima volta che sceglierai un vino rosato, potrai considerare il metodo di produzione come una parte integrante della storia che ogni bottiglia racconta.

E tu, quale di queste categorie intriganti di vino rosato sei più curioso da assaporare?

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