Descrizione
Nel cuore pulsante del Piemonte, tra dolci colline avvolte dalla nebbia mattutina, si estende la terra delle Langhe, culla del Barolo DOCG Contessa di Castiglione.
I suoli calcareo-argillosi e marnosi, la posizione geografica privilegiata, abbracciata dalle Alpi, e un microclima ideale, conferiscono a questa zona caratteristiche uniche, essenziali per la coltivazione dell’uva Nebbiolo, da cui nasce esclusivamente il Barolo il “Re dei Vini”.
Come si produce Barolo Docg Contessa di Castiglione
La produzione del Barolo DOCG Contessa di Castiglione è un’arte che richiede pazienza, sapienza e rispetto per le tradizioni.
La vendemmia è manuale e avviene solitamente nella prima o seconda settimana di ottobre quando l’uva nebbiolo raggiunge il perfetto grado di maturazione.
Segue il processo di fermentazione a temperatura controllata: il mosto entra in contatto con le bucce e i vinaccioli, per estrarre colore, tannini e aromi.
Dopo la fermentazione, il vino è trasferito in grandi botti di legno. Qui riposa e si affina per almeno 18 mesi, un periodo cruciale che contribuisce alla complessità del suo bouquet. Successivamente l’invecchiamento prosegue in bottiglia fino a raggiungere i 38 mesi totali, permettendo al Barolo di sviluppare la sua espressione più completa, unendo la forza del carattere a una sorprendente eleganza.
La degustazione
Immagina ora di tenere tra le mani un calice di Barolo DOCG Contessa di Castiglione, osserva il colore rosso granato profondo, con quei riflessi aranciati che solo il tempo sa regalare.
Avvicina il baloon al naso e lasciati avvolgere da un profumo intenso e complesso: note di violetta e rosa si intrecciano a sentori di vaniglia, spezie e un leggero accenno di catrame, tipico dei grandi Barolo.
Un sorso, e la sua struttura robusta, equilibrata da tannini setosi e un’acidità vivace, danza sul palato, rivelando un gusto pieno, austero ma vellutato, con un retrogusto persistente che ricorda frutta rossa matura, liquirizia e tabacco. Chiudi gli occhi e senti come ogni elemento si fonde armoniosamente, lasciando una sensazione calda, profonda e incredibilmente piacevole che persiste, invitandoti a un altro sorso, a un’altra scoperta.
E ora la parte più interessante: gli abbinamenti.
Cominciamo con due piatti piemontesi a base di selvaggina: un civet di lepre, dove la ricchezza del piatto si fonde con la robustezza del Barolo, e un brasato al Barolo con polenta, un classico che esalta le note terrose e speziate del vino.
Per i mesi più caldi, ti suggerisco una tartare di manzo con scaglie di tartufo estivo oppure un carpaccio di pesce spada affumicato, che con la loro freschezza bilanciano l’intensità del Barolo.
E per le serate invernali? Un osso buco alla milanese o delle pappardelle al ragù di cinghiale, piatti che richiedono un vino con corpo e personalità per eccellere.
Ma perché non osare anche con abbinamenti meno convenzionali? Prova il Barolo DOCG Contessa di Castiglione con un formaggio erborinato come un Roquefort o un cioccolato fondente al 70%, scoprirai un’armonia di gusti che ti sorprenderà.
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Il Barolo DOCG Contessa di Castiglione ti aspetta per trasformare ogni occasione in un ricordo indimenticabile.
E non preoccuparti per l’imballaggio: è certificato e totalmente riciclabile, perché rispettiamo il vino tanto quanto il pianeta!
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